venerdì 17 aprile 2015

C'è un boa nella canoa (Crema Pasticcera di Iginio Massari)


...e il terzo giorno, di venerdì 17, dopo aver inaugurato la parte pratica della cucina mettendo un etto di sale nella pasta frolla, nel pieno di una singolare ondata di caldo alla quale i media singaporiani dedicano speciali in Tv e infauste previsioni (in un luogo senza stagioni, il tempo varia lievemente ad ogni trimestre), l'incubo che mi ha tenuta sveglia nelle notti genovesi nonchè il pensiero ricorrente nelle corripondenti giornate ha drammaticamente preso forma, in una cosa che striscia sotto la lavatrice. 
 

Oltre non vado, perchè vederlo e avere una crisi isterica è stato tutt'uno. 
E provate voi, ad avere una crisi isterica con le mani in pasta: neanche potevo strapparmi i capelli, per dire. Correre sì, salire sul letto pure (gli armadi sono al soffitto, altrimenti altro che Reinhold Messner.. già sembravo Mennea nei cento metri), urlare come un maiale sgozzato anche, con tanto di pianti e singhiozzi e "io me ne torno a casa e qui dentro non ci sto un minuto di più": ma mi rendo conto, a posteriori, che all'interpretazione è mancato quel tocco di drammaticità che avrebbe potuto renderla memorabile.
Molto più di quanto non sia stata la Van Pelt in sottoveste, che si succhia la frolla dalle dita, maledicendo il giorno che ha deciso di venire a Sing Sing-e ancor di più quello in cui ha deciso di fare le grandi pulizie, visto che ora ho grumi di pasta per tutta la casa e pure sul letto. 

Anyway, come è entrato, è uscito- e da dove, non si sa. 
E, per la cronaca (e per quella povera donna di mia madre, che starà agonizzando davanti al pc), non era un boa. 
Neanche un serpente a sonagli. 
E neanche un serpente, dai. 
Ma per una come la sottoscritta, che non batte ciglio davanti al più peloso dei ragni, ma perde tutto il suo aplomb se solo c'è una lucertola nel raggio di cento metri, ecco: una robina che striscia sul pavimento è il peggiore buongiorno che si possa immaginare.
Quasi come quello che ho dato io, al sonnolento quartiere dove abito...


foto con dannata luce naturale del mattino, quella che spiana le rughe e fa far belle foto, dalla parte giusta del mondo


Tanto per darvi l'idea del caldo che si è messo, faccio la spesa alla sera. Meglio dalle 22 in poi, perchè prima è impossibile anche solo pensare di uscire, figuriamoci tornare appesantiti da borse, borsette e borsine. Per fortuna che qui sono attrezzati, per cui i supermercati sono aperti fino a tardi e qualcuno pure 24 ore su 24. Il lato negativo è che c'è sempre pieno di gente, ma in una città che strizza più di sei milioni di abitanti su un'isoletta, non è che ci possano essere grandi alternative. Il problema, semmai, è l'assoluta incapacità dei Singaporiani di desbelinarsi nelle situazioni di criticità (dall'uscita della metropolitana alla cassa del super),ma questo va alla prossima puntata. In quella di oggi c'è la risoluta e consapevole decisione che l'unico modo per ritrovare una rotta diversa da quella che mi vuole a casa mia, con le mie cose, i miei libri, i miei ritmi, il mio lavoro, mia figlia e l'uso di una lingua comprensibile ai più, passasse di necessità attraverso il riprendere a cucinare. 

Mai decisione fu più infausta: perchè qui manca tutto.

Laddove  per tutto si intendono le 102 teglie, il Ken, le fruste elettriche, il minipimer, un matterello come si deve, una spianatoia in legno, una bilancia -e, buon ultimo , un cestino della rumenta che non stia alle formiche come i saldi dell'outlet alle shop-aholic. 

La mission impossible è trovare una terrina di plastica dove impastare. 
Me ne serve una "normale", coi bordi alti, per avviare gli impasti altrettanto normali, da mezzo kg di farina. 
Niente da fare. 
Manca il concetto di "bordo alto- diametro largo".
Ti propinano un rosario di ciotoline per il riso, poi passano a quelle del cane, dopodiché o ridono o si offendono e tu resti lì, a chiederti quando diamine finirà 'sto caldo che almeno esco e vado all'Ikea. 
Che almeno lì son svedesi, sono alti e hanno freddo. 




Insomma, perfarla breve, volevo fare il Pan di Spagna perl'MTC e invece, niente, più che una frolla non son riuscita a preparare. Però, la crema pasticcera è di Iginio Massari e basta vederne il colore,per avere idea di quanto sia buona e ricca. 
Eccovi le dosi (io le ho dimezzate)

Ingredienti:
500g tuorli d' uovo
250g zucchero
80g amido di riso
1000g latte intero di alta qualità
N 1 bacca di vaniglia Bourbon Madagascar
N 1/2 limone grattugiato

Fate bollire in un tegame il latte, la vaniglia e la buccia di limone.
A parte, mescolate con un frustino, i tuorli, lo zucchero e l'amido di rIso
Dopo l'ebollizione filtrate il latte e incorporatelo ancora bollente nella massa appena ottenuta.
Cuocete il tutto mescolando in continuazione con un piccolo frustino e a bagnomaria.
( potete altrimenti usare una pentola in rame)
Togliete la crema dal fuoco nn appena si addensa.
Raffreddatela veloce te versandola in un tegame freddo e continuate a mescolare finché  non raggiungerà i 50°C
N.b. Grattugiare solo la buccia del limone ( parte gialla)

E se riesco a trovare la forza di accendere il forno, domani c'è pure tutto il resto :-)