martedì 1 novembre 2016

TORTA PANDAN-RELLO


Della Torta Panarello e di che cosa essa significhi per Genova e i Genovesi avevo gia' parlato ampiamente qui

Del Pandan (in italiano Pandano), invece,  parlo ora per la prima volta, quanto meno in termini ufficiali, visto che e' da quando l'ho scoperto (praticamente, il giorno dopo essere sbarcata qui a Sing Sing) che ammorbo figlia, marito, amiche e compagnia bella su quanto mi piaccia quest'erba :), anzi questa foglia: visto che e' dalla foglia di questo albero che tutto ha inizio

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Dopo il cocco, il pandano e' l'albero da cui le popolazioni dell'Indocina hanno tratto la maggiore fonte di sostentamento: cesti, stuoie, borse, cappelli, pennelli, tovaglie, reti, carta, sostegni per la coltivazione della vaniglia, barriere frangivento e tutti quegli oggetti che oggi fanno parte dell'artigianato locale o dei metodi di agricoltura tradizionali hanno in realta' radici antiche, che speso coincidono anche materialmente con le radici esposte o le foglie di questa pianta.
Il gusto dolciastro della polpa che si ricava dalla foglia ha poi spianato la strada della cucina: dai cestini per le cotture al vapore alle foglie annodate e buttate nei brodi o stese nei cesti per il riso, per conferire ai cibi profumi e retrogusti delicati e "tipici", non c'e' casa dove si pratichi una sana cucina locale da cui non spuntino ciuffi di queste foglie. I wet market ne abbondano, sono una presenza costante nei supermercati locali e, sempre piu' spesso, compaiono anche in quelli degli expat, a conferma che anche i ricchi Singaporiani, che pure hanno ripudiato il cinese e le offerte al tempio, di fronte al Pandan non sanno dire di no.

da cruda


Aggiungiamoci anche che fa bene (depura e rinvigorisce)- e il quadro e' completo, almeno per loro.
A conquistare me, invece, e' stato il sapore.
Ad essere sincera, all'inizio pensavo fosse matcha.
Come dire, "vade retro, Satana"
Tant'e' che nel primo viaggio da turista avevo gentilmente glissato.
"ne possiamo fare a meno", avevo detto, inebriata com'ero dal profumo delle spezie e delle 50 sfumature di cocco che qui e solo qui aprono infiniti mondi ai buongustai dell'intero pianeta.
Ma dopo, l'immersione nella cultura locale doveva di necessita' passare anche dalla colazione tipica indonesiana.
E qui, il colpo di fulmine.
Una roba adolescenziale che vi risparmio, tranne che per il dettaglio dei bagagli che, da allora, sono sempre misteriosamente tinti di verde.

il ventilatore a palla nuoce gravemente alle decorazoni con lo zucchero a velo


In questi giorni si e' consumata un'altra pagina importante della nostra vita.
Propriamente, dovrei dire "si e' scritta".
E' il sistema nervoso, quello che si consuma.
La pagina, si scrive.
Almeno finche' non arriva Freud- e si capisce solo quando si mette il punto, la fatica che ci e' costata, arrivare fin li'.
Si volta pagina, insomma- e naturalmente, il prossimo e' un foglio bianco.
Nulla e' ancora stato scritto, finora, della nostra nuova storia.
A parte dove si ambientera'.
Vale a dire, in quella Singapore che e' destinata a restare la nostra residenza per ancora qualche anno e che si avvia, ogni giorno di piu', a diventare la nostra casa.

In mezzo, comunque, c'e sempre Genova, per quei casi fortuiti della vita, per cui i colleghi di ufficio e i vicini di casa li vai a conoscere a 10000 km di distanza.
E te ne rallegri, sia chiaro, perche' non c'e' come quei 10000 km di distanza che ti facciano stringere legami immediati e profondi con chi fino a due giorni prima nemmeno conoscevi di nome. Ma basta dire "semmu de Zena" ed ecco che cadono le barriere.

E quindi, per celebrare degnamente la sacrosanta unione dei due mondi fra cui viviamo sospesi, ecco cosa e' uscito, dalla mente malata poliedrica della sottoscritta

LA TORTA PANDAN-RELLO 
(al cocco e Pandan)



Partiamo dagli ingredienti originali
6 mandorle sgusciate
4 uova intere
200 g di zucchero
175 g di burro (morbido, non fuso)
80 g di fecola + 80 g di farina
1 bustina di lievito
la punta di un cucchiaino di essenza di mandorle

facciamo le opportune sostituzioni
2 cucchiai di cocco disidratato (o farina di cocco)
4 uova intere
200 g di zucchero
175 g di burro morbido, a temperatura ambiente
100 g di fecola di patate
60 g di farina
2 cucchiaini colmi di lievito
3-4 gocce di essenza di pandan 
zucchero a velo per decorare


Procedimento
Accendete il forno a 180 gradi, modalita' statica
Imburrate e infarinate uno stampo di 22 cm di diametro.
Setacciate la farina, la fecola e il lievito e tenete da parte
Montate bene il burro con lo zucchero, fino ad ottenere un composto soffice e spumoso
Aggiungete le uova, uno alla volta, sempre montando.
Unite poi la farina di cocco e le farine setacciate col lievito, montando a velocita' bassa
Aggiungete l'essenza di pandan e incorporatela con una spatola: il composto deve essere ben colorato di verde, in modo uniforme.
Versate il composto nello stampo, battetelo sul piano di lavoro per stenderlo in modo uniforme, senza bolle d'aria.
Infornate in forno gia' caldo per circa 30 minuti: alla "prova-stecchino" lo stuzzicadenti deve uscire umido, non asciutto, ma senza grumi di impasto attorno.
Se la superficie dovesse scurire troppo, copritela con un foglio di alluminio, negli ultimi 5 minuti di cottura.
Sfornate, fate riposare per 15 minuti, poi sformate sul piatto da portata
Lasciate raffreddare compeltamente, prima di decorarla con lo zucchero a velo.
A domani, con una nuova ricetta!
Alessandra